Addio Don Bragg, Tarzan dell'asta

19 Febbraio 2019

Campione olimpico a Roma 1960, quattro anni dopo sfiorò Hollywood e il sogno di diventare attore

di Giorgio Cimbrico

Addio a Don Bragg che se n’è andato a 83 anni. Riuscì ad appagare il suo desiderio di diventare campione, non quello di emulare sullo schermo, nelle succinte vesti di Tarzan, altri vincitori dei Giochi, i nuotatori Johnny Weissmuller e Buster Crabbe. Don, un bel colosso che toccava gli 1,90, lanciò l’urlo dell’eroe inventato da Edgar Rice Burroughs salendo sul podio di Roma - e raccogliendo un mare di applausi - il 7 settembre 1960, in fondo a sette interminabili ore di dura competizione che lo videro centrare un nuovo record olimpico portato a 4,70, quattordici cm meglio di quanto aveva raggiunto a Melbourne il reverendo Bob Richards. Due mesi prima, a Stanford, che aveva ospitato i Trials, aveva superato 4,80 con un’asta di metallo aggiungendo due centimetri al record di Bob Gutowski, che, stesso luogo, nel ’57, aveva usato un’asta in alluminio.

Sempre di ambiente californiano - a Modesto – era stato l’ultimo, grande volo di Cornelius Warmerdam, che si spinse verso il cielo, sino a 4,77, con un’attrezzo di bambù. Warmerdam può essere considerato un re senza corona: attivo negli anni della seconda guerra mondiale, l’olandese volante, come era stato ribattezzato per le sue radici “orange”, non ebbe a disposizione Giochi Olimpici per affermare la sua netta superiorità.

Bragg, nativo del New Jersey, aveva stupito già nella stagione indoor del ’59 quando si era spinto a 4,81: l’atmosfera asettica, senza influenze atmosferiche, delle gare al coperto, ha portato più di una volta a picchi superiori rispetto all’aperto. Il 6,16 di Renaud Lavillenie ne è uno degli esempi più recenti e fragorosi.

Il desiderio di Don di trasformarsi in Tarzan stava per diventare realtà quattro anni dopo il successo all’Olimpico. Ingaggiato per “Tarzan e i gioielli di Opar” era pronto davanti alla macchina da presa, appeso alle liane, quando la lavorazione del film venne sospesa – e mai più ripresa - perché i produttori avevano infranto i regolamenti sul copyright. Infranto il suo sogno, Don si rassegnò a gestire prima una drogheria e poi ad aprire un campo estivo per ragazzi. I boschi del New Jersey non erano la jungla ma nella vita spesso bisogna accontentarsi.

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