Mondo: suona il disco di Dacres

12 Febbraio 2018

Il giamaicano sfiora i 70 metri con 69,83. Indoor-boom: Lavillenie e Braz 5,90, Manyonga 8,40 record africano e la miglior 4x400 uomini di sempre, ma non è record del mondo.

di Marco Buccellato

Il preambolo outdoor merita il titolo di copertina: la cover è di Fredrick Dacres, campione del mondo junior nel 2012 e un anno prima tra gli allievi, rimasto giù dal podio mondiale di Londra 2017, ma autore di un gran avvio di stagione 2018 con varie gare a 65, 68 e 67 metri. Due giorni fa si è superato vincendo a Kingston con 69,83, primato giamaicano e quarta misura al mondo negli ultimi cinque anni! Lo stesso Dacres, via Instagram, ha corretto il dato diffuso inizialmente che indicava la misura ottenuta in 69,75. Non è il solo exploit arrivato dall'attività all'aperto oltreoceano: in Australia la giavellottista Kathryn Mitchell, dopo aver portato il personale a 66,73 il mese scorso, ha migliorato il record nazionale ieri con un lancio di 67,58, undicesima prestazione di sempre. Ironia della sorte, il record è arrivato in un clima di grande tristezza per gli specialisti dei lanci e per tutta l'atletica australiana: appena 48 ore prima era stata annunciata la scomparsa a soli 33 anni del primatista nazionale Jarrod Bannister. Chiudiamo l'intro-outdoor con la botta settimanale del campione del mondo di getto del peso Tom Walsh (21,87 a Hamilton).

POLE WARS - Renaud Lavillenie e Thiago Braz si ritrovavano per la nona volta dopo la finale di Rio, dove l'oro andò al collo del brasiliano. Stavolta, nella Kind Arena di Rouen, il duello è finito pari a 5,90. Nel post-Rio, il bilancio è di 5-3 per il francese. Nella gara ha stupìto Kevin Mayer, che è salito a 5,60 e sembra sempre più in grado di avvicinare gli score di Ashton Eaton nelle prove multiple. Grandi aste anche altrove: ai campionati greci del Pireo Emmanouíl Karalís ha superato senza sbavature 5,78, primato nazionale di categoria indoor-outdoor e miglior prestazione mondiale indoor di categoria: il precedente limite era il 5,75 dello svedese Duplantis, pur se lo stesso era salito un mese dopo a 5,82 (ma non era stato sottoposto al controllo antidoping, requisito necessario per la convalida del primato) e aveva ottenuto all'aperto i 5,90 del record mondiale under 20. Tra l'altro, il 5,83 indoor di Duplantis in avvio di stagione non è stato omologato per l'utilizzo di staffe irregolari. Stessa misura di Karalis (5,78) anche per lo svedese Melver Svard Jacobsson a Uppsala, altro giovane in ascesa.

MANYONGA ALLUNGHI IN SERIE - Tre primati nazionali indoor in cinque giorni di Luvo Manyonga: doppio record sudafricano a Parigi mercoledì (8,23 e poi 8,32) e sigillo ieri a Metz (8,40, record africano indoor) con una gara fenomenale in cui ha domato solo all'ultimo salto l'ardire del 19enne cubano Echevarria, portatosi a 8,34 (secondo dell'isola dietro Ivan Pedroso).

A Mezt anche la resurrezione di Christophe Lemaître, che ha vinto i 200 con un finale travolgente in 20.53, e il pareggio della world lead sui 60 dell'ivoriana Ta Lou in 7.07 con in scia l'altra sudafricana Horn, che in 7.09 ha migliorato il primato nazionale di 7.10 centrato a Eaubonne due giorni prima.

WARHOLM SCATENATO - Il vichingo campione del mondo dei 400 hs ha chiuso la stagione al coperto con l'ultimo sigillo, un 34.26 sulla poco frequentata distanza dei 300 hs che è migliore anche del crono più veloce mai registrato all'aperto (34.48 del britannico Rawlinson nel 2002). Teatro dell'impresa, la pista di Tampere (Finlandia), un impianto a 300 metri di sviluppo dotato di un rettilineo di 100 metri, dove non a caso è stato registrata la miglior prestazione mondiale indoor dei 100, detenuta da Frank Fredericks in 10.05. Un po' di numeri dalla poco conosciuta casistica: il "primato europeo" dei 100 indoor è un 10.16 del tedesco orientale Eugen Ray, il record USA è un 10.28 dell'ostacolista Tony Dees, la miglior prestazione italiana è detenuta da Simone Collio che proprio a Tampere nel 2003, in occasione di un personal best sui 60 (in 6.66) vinse anche i 100 in 10.33: all'epoca fu imbattuta world lead ed è tuttora la tredicesima prestazione di sempre al coperto.

BARSHIM COMEBACK - Dopo il peccatuccio di Banska Bystrica (sconfitto) il qatariota di gomma è tornato a librarsi sulla ben conosciuta pedana di Malmö, dove ha superato con ampia luce i 2,35 andando poi vicino al successo a quota 2,38. Dal resto d'Europa, 4:05.37 di Laura Muir ai campionati universitari scozzesi e 1,95 della farfalla Levchenko ai campionati ucraini (con la quarta a 1,91). Prove multiple: top del weekend ai campionati cechi di Praga, con il 6.021 punti di Jan Dolezal e i 4.464 di Eliska Klucinova

INDOOR USA, RECORD E NON RECORD - Partiamo dal sensazionale Tiger Invitational di Clemson, dove Kendra Harrison ha pareggiato il record nazionale dei 60 hs di Lolo Jones in 7.72 salendo alla terza posizione all-time e anche nella gara maschile si è registrato il gran crono di Grant Holloway, che in 7.42 ha migliorato la world lead e il record universitario e ha preceduto l'olimpionico e campione del mondo Omar McLeod (7.52 ma 7.46 in batteria). Dai 400 il settimo e il nono tempo indoor di sempre da due serie differenti: 45.00 di Michael Norman in una, 45.02 del giamaicano Akeem Bloomfield nell'altra (record nazionale). Nel secondo giorno del meeting, l'apoteosi della 4x400 maschile dove il quartetto della Southern California University ha chiuso sotto il record del mondo di 3:02.13 (USA, Sopot 2014), in uno strabiliante 3:01.98 ma con una formazione mista (niente omologazione del primato) che prevedeva l'antiguano Benjamin in seconda frazione e tre statunitensi. Proprio Benjamin ha trainato l'impresa con una frazione di 44.63.

In prima, uno dei primatisti del mondo U20 all'aperto, Shinnick (46.28), in terza Ricky Morgan (45.72), in ultima ancora Norman (45.35).

WORLD INDOOR TOUR A BOSTON - Nel Reggie Lewis Center, sede dei New Balance Games, quarta tappa del World Indoor Tour 2018, l'uomo più atteso era Christian Coleman, la cui omologazione del record mondiale sui 60 (6.37) è ancora in bilico per le caratteristiche dei blocchi di partenza: l'argento iridato dei 100 ha vinto in 6.46 mancando di 0.01 il primato del meeting. Tra gli altri risultati, la settima prestazione di sempre e primato nazionale sui 300 del trinidegno bronzo iridato dei 200 Jereem Richards (32.10, unica world lead del meeting), il sontuoso 1:45.11 dello statunitense Brazier sugli 800 e grande mezzofondo donne: 4:04.38 sui 1500 dell'etiope Dawit Seyaum davanti all'ex-statunitense Aisha Praught (doppio passaporto, ora è giamaicana e sposata con il collega di specialità Will Leer) e 8:40.31 sui 3000 di Jenny Simpson in una gara che ha visto lo spettacolare esordio indoor della 20enne etiope Fotyen Tesfay (8:41.08) e l'ottima prestazione della britannica Twell (8:41.94).

IN GRASSETTO - A Lubbock il miglior 400 donne 2018 per Georganne Moline (51.39). Nel martellone, quarta misura di sempre per la primatista Berry (25,27 a Nashville). Grandi 400 a Fayetteville: 45.24 di Marqueze Washington 45.24 e 45.28 di Obie Ikwogwe. Si esalta anche l'altista non ancora 20enne Vernon Turner, tre gare e tre primati indoor: l'ultimo è a 2,33. Sabato, infine, giornatona per il peso donne, con i due migliori lanci della stagione: 19,20 della statunitense Ewen in Nuovo Messico e 19,05 della giamaicana Dodd-Thomas in Ohio per il nuovo record nazionale.

RA'S AL-KHAYMAH, PER UN PUGNO DI DECIMI - La mezza maratona degli Emirati, venerdì scorso, ha registrato prestazioni mostruose soprattutto al femminile. Oltre al record mondiale mancato per un secondo da Fancy Chemutai (1H04:52, record della corsa), si sono registrati i "best ever place" dal secondo all'undicesimo posto, a iniziare da Mary Keitany, seconda in 1H04:55 (personale). Tra i tantissimi rilievi statistici della gara, stupiscono la miglior prestazione mondiale nel passaggio intermedio delle dieci miglia della keniana Caroline Kipkirui (49:29) e i migliori debutti di sempre della etiope Degitu Azmeraw (1H06:47) e del connazionale Yimer (59:00), battuto solo dal keniano Karoki, autore di un 58:42 (record della corsa) che ne ha fatto il quarto performer di sempre sulla distanza.

NUMERI STORDENTI - Negli ultimi anni la mezza maratona donne ha subìto un'accelerazione mostruosa sul piano cronometrico: cinque record del mondo in poche stagioni e soprattutto una densità senza precedenti: le migliori 40 prestazioni all-time sono tutte riconducibili all'ultimo decennio, e per trovarne una antecedente al 2000 bisogna scorrere la lista fino alla 42esima (1h06:44 della sudafricana Meyer).

WANDERS RECORD EUROPEO UNDER 23 - Record della corsa anche a Barcellona, ieri, con il 59:44 dell'etiope Mule Wasihun, dove lo svizzero Julien Wanders ha stabilito la miglior prestazione europea U23 in 1h00:09 (quinto assoluto nelle liste continentali), togliendola al turco-keniano Kaya. Cross: il campione del mondo Geoffrey Kamworor si è laureato per la terza volta campione nazionale a Nairobi precedendo Barkach e Ndirangu su un percorso di 10 km. A Stacy Ndiwa il titolo femminile. Campionati anche in Uganda, con successi di Thomas Ayeko e Mercyline Chelangat.

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