Straneo 2h30:44 al rientro, Cheptegei record

01 Dicembre 2019

A Valencia, l’azzurra torna in gara nella maratona dopo un anno. Tra gli uomini primato europeo di Kigen Ozbilen (2h04:16), sui 10 chilometri nuovo limite mondiale per l’ugandese con 26:38

di Luca Cassai

Un anno dopo, di nuovo in gara Valeria Straneo alla maratona di Valencia. La primatista italiana stavolta chiude con 2h30:44 sulle strade della città spagnola, qualche secondo in più rispetto alla scorsa edizione in cui aveva fatto segnare il tempo di 2h30:26. Per la 43enne alessandrina del Laguna Running, c’è il sedicesimo posto finale al rientro agonistico sui 42,195 chilometri. In avvio era riuscita a mantenere un ritmo in linea con l’obiettivo della vigilia, il crono di 2h29:30 che rappresenta lo standard di iscrizione alle prossime Olimpiadi di Tokyo. La vicecampionessa mondiale del 2013, e argento europeo nel 2014, è infatti transitata alla “mezza” in 1h13:45 prima di una flessione negli ultimi dieci chilometri. Non completano la prova invece le altre due azzurre dell’ultima rassegna a cinque cerchi, quella di Rio 2016: Anna Incerti (Fiamme Azzurre), rimasta sull’andatura della Straneo per oltre metà gara ma ritirata dopo il 35° km, e Catherine Bertone (Atl. Sandro Calvesi), che si ferma all’undicesimo chilometro per un risentimento muscolare. Si migliora la torinese Sara Brogiato (Aeronautica), 31esima in 2h36:57 con un paio di minuti di progresso.

CHEPTEGEI MONDIALE - Tra i grandi protagonisti della giornata, il vincitore della gara sui 10 chilometri: l’ugandese Joshua Cheptegei firma il record mondiale della distanza in 26:38, sei secondi in meno del 26:44 stabilito nel 2010 dal keniano Leonard Patrick Komon (il 26 settembre di quell’anno a Utrecht, in Olanda). Un’altra impresa per il 23enne che in questa stagione ha conquistato due ori mondiali, nel cross ad Aarhus e poi nei 10.000 su pista a Doha.

STRANEO: “CI RIPROVERÒ” - “Tutto sommato è un risultato discreto - le parole di Valeria Straneo - anche se per ora non ho raggiunto il mio obiettivo del minimo olimpico, difficile ma non impossibile. Non ho avuto problemi fisici, solo un calo di energia nel finale e dolori muscolari dovuti allo sforzo. Evidentemente c’è ancora da lavorare e ci voglio riprovare in primavera. Dopo un po’ di riposo, punto a riprendere la preparazione sperando di avere continuità negli allenamenti”. “Ho avuto un paio di imprevisti - racconta - perché il “pacer” che ci avrebbe dovuto portare alla mezza in 1h14:45 è stato in realtà un minuto più veloce. Mi ero accorta che i crono erano un po’ diversi dal previsto, forse anch’io avrei dovuto fare più attenzione. E poi ho preso solo tre degli otto rifornimenti personali, che credo siano finiti a terra prima del mio passaggio. Ma non voglio trovare scuse, stavo bene. Al 28° chilometro ho cominciato a sentire le gambe fuori giri e al 30° mi sono staccata dal gruppo. Da quel momento ho fatto davvero fatica: i parziali sono saliti da 3:30 ogni mille metri a 3:40, alcuni anche 3:45. Per un attimo ho anche temuto di dovermi ritirare, ma sono riuscita ad andare avanti. Mi dispiace non aver ripagato il mio allenatore Stefano Baldini, che mi sta seguendo bene, anche oggi durante la gara. Non butto via questa esperienza, sono un po’ delusa ma anche felice di aver tagliato quel traguardo, era da un anno che mi mancava”.

BERTONE E INCERTI OUT - “Nei giorni scorsi in allenamento ho avuto un problema al bicipite femorale sinistro - spiega Catherine Bertone - e in gara, alzando il ritmo, si è fatto sentire. Ci ho provato, ma in maratona non si inventa niente. Mi dispiace perché questa è una bellissima manifestazione, in una città stupenda.

Purtroppo fa parte del gioco, però di sicuro ho voglia di riprendere, senza smettere di sognare. Vuol dire che se la prossima gara andrà bene, me la godrò doppiamente”. “Lo stato di forma c’era - dichiara Anna Incerti - ma da una decina di giorni avevo fastidio al bicipite femorale destro. Nella prima parte di gara non ci sono stati particolari problemi, finché al 27° chilometro ho avvertito dolore. Sono riuscita a tenere fino al trentesimo, poi non ce l’ho fatta. Peccato, oggi era una bella occasione, in un clima perfetto e su un percorso veloce”.

LA GARA - Fino al 25° chilometro, Straneo e Incerti viaggiano quasi con lo stesso passo: 17:20 della piemontese al quinto chilometro, con la 39enne palermitana cinque secondi più dietro. Tra loro c’è la 47enne Catherine Bertone (17:23) che però al successivo intermedio dei 10 km ha un minuto di ritardo rispetto alle altre due azzurre transitando in 35:56 e poco dopo si ferma. Intanto la Straneo prosegue con parziali di 34:43, 52:28 (15 km), 1h13:45 (metà gara) e 1h27:39 (25 km), tallonata dalla Incerti che fa segnare 34:59, 52:34, 1h13:50 alla mezza e 1h27:46. Il tempo della primatista italiana al trentesimo chilometro è di 1h45:19, che dà ancora una proiezione finale inferiore a 2h29, ma al 35° km si presenta in 2h03:56. Per la siciliana, campionessa europea nel 2010, un distacco di quasi un minuto al 30° km (1h46:04) e di oltre due al 35° in 2h06:13 prima dello stop. Con il risultato di oggi la Straneo si inserisce al terzo posto nelle liste italiane dell’anno, dietro Sara Dossena (2h24:00) e Giovanna Epis (2h29:11). In una gara con 25.000 partecipanti e più di 2300 italiani iscritti, oltre a Sara Brogiato cresce anche la comasca Gloria Giudici (Freezone), azzurra della corsa in montagna, 46esima in 2h44:25, poi Giulia Sommi (Cus Pro Patria Milano), 48esima con 2h47:16, e la tricolore della passata stagione Eleonora Gardelli (Cus Sassari), sarda che vive a Forlì, 57esima in 2h50:01. Al maschile cinquantesimo Luca Parisi (Acsi Campidoglio Palatino) con il personale di 2h18:02.

CRONO SUPER - Sempre più veloce la Maratón Valencia Trinidad Alfonso EDP, targata World Athletics Gold Label, vinta dal debuttante etiope Kinde Atanaw con il primato della manifestazione in 2h03:51. Ma alle sue spalle il turco Kaan Kigen Ozbilen realizza il nuovo record europeo di maratona con 2h04:16 per demolire di quasi un minuto il limite ottenuto nella scorsa stagione dal britannico Mo Farah, 2:05:11 il 7 ottobre 2018 a Chicago. Terzo l’altro etiope Guye Adola (2h04:42) che mette in fila il connazionale Abebe Degefa (2h04:51), il keniano Philemon Kacheran (2h06:05) e l’etiope Ashenafi Moges (2h06:12). Settimo il norvegese ex primatista europeo Sondre Nordstad Moen, alla seconda prestazione in carriera con 2h06:16, in una mattinata con cielo sereno e circa 16 gradi di temperatura all’arrivo. Strepitosa la sfida al femminile: per la prima volta nella storia, quattro donne sotto 2h19 e cinque in meno di 2h20 nella stessa gara. Tutto dell’Etiopia il podio con Roza Dereje (record del percorso in 2h18:30) e Azmera Abreha (2h18:33), rispettivamente ottava e decima alltime, davanti a Birhane Dibaba (2h18:46), mentre è “soltanto” quarta la keniana Vivian Cheruiyot, olimpionica dei 5000 metri, che in un comunque eccellente 2h18:52 precede l’etiope Zeineba Yimer (2h19:28).

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